MATERIA PRIMA – Rivista di psicosomatica ecobiopsicologica
Oikos, Bios, Psichè: l’unità vivente dell’umano
Numero XXVI – Dicembre 2025 - Anno XVI
La dimensione cosmica del suono
di Raffaella Restelli
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«Chi conosce il mistero del suono, conosce il mistero di tutto l’universo»
Hazrat Inayat Khan
Il Suono nasce dal vuoto, è il frutto di un pensiero capace di far vibrare il nulla e creare propagandosi, lo spazio. Le vibrazioni sonore sono la fonte originaria da cui è nato l’Universo. L’Universo tutto è vibrazione, una vibrazione che esprime un mondo invisibile, un moto inesauribile. Il Suono è il “mantra” del mondo. Tutte le civiltà hanno da sempre sottolineato quanto sia importante per gli uomini, e non soltanto per gli dei, ascoltare specie i “suoni” carezzevoli cui le religioni alludono con metafore relative all’orecchio e che rappresentano anche realtà di natura psichica. Il presagio spirituale di regni invisibili, a livello subliminale o sovrannaturale, hanno determinato nell’antichità una propensione all’ascolto intuitivo, basato sulla diretta comunicazione fra dei e uomini.
Oggi grazie alle scienze moderne, «sembra quasi che i fisici confermino le intuizioni dei mistici: l’idea pura è l’intima “vibrazione” del divino; come sostanza essa si proietta nello spazio e nel tempo sotto forma di “vibrazione sottile”; come suono è un ritmo che include in sé stesso l’Idea e la Forma. Se l’universo è dunque l’effetto concreto di un’Idea Divina proferita all’origine dei tempi, tutta la natura e le forme dell’universo stesso possono essere prese come simbolo di una realtà più vasta» (Frigoli, 2024, p. 112). Tramite il simbolo e l’analogia vitale alla base dell’approccio ecobiopsicologico, è possibile ritrovare quella coerenza in-formativa dei legami tra le forme della natura, il corpo dell’uomo e le immagini della mente arrivando a percepire il mondo ineffabile degli archetipi parte del mondo stesso. Si dice che l’uomo è capace di identificare il proprio corpo al respiro del cosmo, partecipando ai misteri maggiori e minori della realtà, per individuare i “vincoli interiori” tra la struttura delle forme e la loro incorporeità.
L’uomo è figlio del cosmo. Come ricorda Morin, «portiamo in noi la storia del cosmo e quella della vita, ma ne siamo separati dall’originalità della nostra cultura, del nostro linguaggio, della nostra coscienza» (Morin, 2018, p.55). Apprendere la capacità di entrare in risonanza con il Tutto è una grandiosa opportunità per attirare ciò che si desidera in accordo con le leggi di armonia dell’Universo: vi è una connessione profonda fra la vibrazione e la vita stessa.
In questa nuova visione dell’universo l’uomo deve essere pensato come creatura planetaria e cosmica orientata ad integrare la propria coscienza con la coscienza di tutti, e in senso lato, con la “coscienza” della Natura e dell’Universo intero.
«Quando un suono ci mette in vibrazione, entriamo in risonanza innanzi tutto su un piano strettamente fisico-vibratorio, ma ciò si amplifica in chiave psicologica, intuitiva in quanto il fenomeno della risonanza implica un “io” e un “tu”, “un altro da me”» (Ansaldi, 2014, p. 124).
«La campana del tempio tace,
ma il suono continua
ad uscire dai fiori»
Matsuo Basho
(1644 – 1694)
AUTRICE: Raffaella Restelli – Studiosa nell’ambito delle Scienze Umane, linguista e psicologa iscritta alla British Psychological Society con la quale collabora attivamente. Laureata in Lingue e Letterature Moderne presso Università Cattolica di Milano e in Psicologia presso Università Newcastle UK. Counselor ad indirizzo ecobiopsicologico. Traduttrice area Editoriale ANEB.
Immagine: Single pitch Impression Figure di Margaret Watts Hughes con l’uso dell’Eidofono, pigmento su vetro, data sconosciuta. Per gentile concessione del Cyfarthfa Castle Museum and Art Gallery — fotografia di Louis Porter (Fonte: https://publicdomainreview.org/essay/picturing-a-voice-margaret-watts-hughes-and-the-eidophone/)





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