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Il sentiero de l’Eremita

MATERIA PRIMA – Rivista di psicosomatica ecobiopsicologica

La Vita si fa Mente

Numero XXV – Maggio 2025 - Anno XV

Il sentiero de l’Eremita.

Viaggio tra gli archetipi dei Tarocchi

di Tatiana Baroni

>>> Vai al pdf pp. 30-31 <<<

Jung, nel corso dei suoi numerosi studi, si imbatté nell’arte de I Ching-Il Libro dei Mutamenti e nei Tarocchi. Indagando il legame tra questi antichi strumenti divinatori e la dimensione degli archetipi, scoprì interessanti corrispondenze tra i due mondi. Le raffigurazioni presenti nei Tarocchi e la loro struttura numerica presentano una forte matrice archetipica, in grado di dare origine ad un vero e proprio mandala, dove il macrocosmo dell’intero mazzo e il microcosmo della singola carta si incontrano in una elegante danza. Le immagini in queste carte contengono antichi significati, tracce di intimi sentieri analogici. Nelle ventidue carte degli arcani maggiori si narra una storia individuativa, un viaggio iniziatico dalla carta numero zero de Il Matto fino alla carta XXI de Il Mondo. Tra gli arcani maggiori compare l’immagine de l’Eremita VIIII, carta di intensa ricchezza simbolica per uno sguardo ecobiopsicologico. Il vecchio uomo sorretto da un bastone, anticamente raffigurato con una clessidra tra le mani, è spesso associato al dio Saturno, Kronos per i greci. Emblema dell’atemporalità uroborica, porta con sé un bastone a forma di serpente oppure può trovarsi in compagnia dell’uovo cosmico avvolto dal nobile rettile. La figura di questo vecchio saggio è spesso associata a San Cristoforo, patrono dei pellegrini e dei viandanti grazie al quale l’immagine del viaggio geografico del pellegrino converge con quella del viaggio interiore dell’eremita. Nei mazzi di più recente fattura, la clessidra prende la forma di una lanterna, con la quale l’Eremita illumina il cammino verso la ricerca dell’uomo interiore. La luce orienta nello spazio e nel tempo verso la crescita e la ricerca individuativa. L’Eremita VIIII è un maestro capace di accedere «alle profondità atemporali della psiche e alla coscienza assoluta dell’inconscio attraverso l’introspezione, la riflessione e la meditazione» (Widmann, 2010). Tale immagine richiama il cammino che il terapeuta ecobiopsicologico si accinge a percorrere nel suo lavoro e al tracciato che ogni persona è chiamata a perseguire per dar vita alla propria “ghianda” (Hillman, 1996) e dare forma al proprio Sé Psicosomatico. Come si deduce dagli insegnamenti di Jung: la visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia.

AUTRICE: Tatiana Baroni – Psicologa e Psicoterapeuta specializzata presso l’Istituto ANEB. Conduttrice di laboratori di rilassamento e visualizzazione guidata.

È possibile leggere l’intero articolo in Baroni, T., Il sentiero de L’Eremita. Viaggio tra gli archetipi dei Tarocchi, in La Vita si fa Mente, Atti del II Congresso Nazionale di Ecobiopsicologia, Istituto Aneb, Independently published