MATERIA PRIMA – Rivista di psicosomatica ecobiopsicologica
Oikos, Bios, Psichè: l’unità vivente dell’umano
Numero XXVI – Dicembre 2025 - Anno XVI
Il mito di Artemide e Atteone: un’amplificazione ecobiopsicologica tra corpo e psiche
di Costanza Ratti
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Perché il mito di Artemide e Atteone si svolge sul Monte Citerone? Perché proprio la dea e il cacciatore sono protagonisti di questo racconto millenario? Che ruolo svolgono il cervo e la muta di cani nella vicenda? Queste e altre domande sono al centro della riflessione del presente articolo che, seguendo il percorso tracciato da Diego Frigoli in “I Sogni dell'Anima e Miti del Corpo”, prova ad aprire ulteriori spunti di ricerca sul rapporto tra l’archetipo e la vita, con particolare attenzione all’esperienza femminile. Osservato sotto la lente dell’Ecobiopsicologia, il mito diviene il fulcro simbolico di analogie che, collegando di volta in volta corpo e psiche, istinti e immagini, aprono la mente a più universi possibili. Attraverso uno sguardo che oscilla tra osservazione e immaginazione, il mito conduce il lettore in uno dei misteri della psiche e della natura.
AUTRICE: Costanza Ratti – Psicologa e psicoterapeuta ANEB, in formazione continua presso la Scuola di Supervisione dell’Istituto ANEB, Responsabile dell’area News Istituto Aneb; Phd in Antropologia ed Epistemologia della complessità.
Immagine: Pieter Paul Rubens, Diana e Atteone (o Bagno di Diana), Rotterdam, Museum Boymans-van Beuningen, 1630-1632





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