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Editoriale 2025

MATERIA PRIMA – Rivista di psicosomatica ecobiopsicologica

Oikos, Bios, Psichè: l’unità vivente dell’umano

Numero XXVI – Dicembre 2025 - Anno XVI

Editoriale

di Giorgio Cavallari e Alessandra Bracci

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Parlando della natura umana Giovanni Pico della Mirandola scrisse dell’uomo definendolo «interprete della natura, in virtù dell'acutezza dei sensi, della capacità analitica della ragione, della luce dell'intelletto; interstizio tra l’immobile eternità e il fluire del tempo». Pico fu sicuramente un antesignano del pensiero ecobiopsicologico, esponente di quell’umanesimo che profondamente rispettoso della tradizione antica, del sapere spirituale, del valore della dimensione religiosa ebbe comunque il coraggio di emanciparsi da dogmi cristallizzati e paralizzanti per aprire la mente umana a quella dimensione che avrebbe posto le basi per la nascita della scienza moderna, il diritto-dovere dell’uomo di conoscere, con rispetto per la materia trattata ma senza limiti posti a priori alla curiosità, alla speculazione e alla formulazione di ipotesi interpretative radicate nella tradizione ma anche trasgressive rispetto alla tradizione stessa. A un tempo uomo religioso e precursore del pensiero laico avrebbe letto con piacere questo numero della rivista.
Attorno alla natura umana discutono infatti gli autori di questo numero di Materia Prima, e lo fanno tutti, ognuno con la propria originale prospettiva, all’interno della visione ecobiopsicologica dell’uomo: tutti i contributi sono sensibili a riconoscere la natura come qualcosa che sta attorno all’uomo, dimensione eco, ma anche dentro l’uomo, dimensione bio. La dimensione psico, strettamente legata ad eco e bio, ricorda l’invito di Pico a farsi interprete della natura, usando la Ratio, capace di comprendere attraverso la acutezza dei sensi, e la Intelligentia, capace di cogliere i principi ordinatori sovraindividuali senza perdere il contatto con la autenticità incarnata, sperimentabile e condivisibile della esperienza umana.
I temi di questo numero ci narrano di questa “esperienza”: come l’uomo attraversa le sue metamorfosi – corporee, psichiche, relazionali e spirituali – e come trova nutrimento, senso e direzione nel dialogo continuo tra natura, mito, memoria e coscienza. Il lettore troverà articoli di taglio specificamente clinico, che affrontano in particolare quel nodo con cui, con più difficoltà e sofferenza, i terapeuti si confrontano, e cioè con la dimensione del trauma, indagato non solo come esperienza individuale ma anche nelle sue dimensioni collettive e transgenerazionali. La clinica ecobiopsicologica appare nei lavori che, in questo numero, la affrontano sempre con l’impegno etico di lenire la sofferenza e al tempo stesso, all’attenzione per comprendere il senso e le svolte suggerite da ogni sofferenza umana.
Giova ricordare che il termine “crisi”, che noi oggi usiamo per definire uno stato di sofferenza e disfunzione psicologica ed esistenziale, deriva dall’antico greco krisis, che significa “scelta”, svolta, cambiamento di direzione. Una particolare attenzione si troverà, in un lavoro, per le situazioni di “crisi”, di difficoltà, di tensione e frustrazione che sono sperimentate personalmente dai terapeuti in alcune fasi particolarmente intense del loro percorso professionale, che è sempre anche percorso umano. Percorsi umani individuali, incursioni coraggiose e disincantate (ma sempre culturalmente rigorosamente fondate e bibliograficamente documentate) nella tradizione mitologica occidentale, nel sapere antico e nella saggezza orientale popolano questo numero, e ne rendono la lettura una vivace “avventura” intellettuale.
Attraversare le pagine di questo numero è come compiere un viaggio capace di ricordare come il “cammino” dell’essere umano non sia mai compiuto: ogni incontro, ogni crisi, ogni scoperta lo riporta al compito antico e sempre nuovo di riconoscere la propria origine e insieme il proprio divenire. Un “cammino” che attraversa territori interiori e paesaggi del mondo, in cui l’essere umano impara a sostare nelle proprie domande e a dialogare con le forze che lo abitano, lasciando che ogni trasformazione lo conduca a una comprensione più ampia di sé.
Le parole che si “incarnano” in questo numero sembrano domandare, a differenti livelli: «a che punto sei del tuo cammino?», «quale dono sei venuto a portare al mondo?», «che cosa stai facendo dei doni della tua vita?». Domande che chiamano risposte, domande che invitano a dare inizio all’“avventura” intesa nella sua accezione più sacra poiché, immergendoci nella sua etimologia rintracciamo la stessa radice di “avvento”, adventus infatti rappresentava l’incontro con qualcosa di straordinario, era il momento in cui i cavalieri medioevali entravano nella simbolica foresta alla ricerca del grande evento che avrebbe risolto la loro identità e il senso del mondo, un evento di proporzioni tali da far morire il vecchio Io e farne nascere uno nuovo, così come accade nei momenti chiave della nostra esistenza. Adventus è ciò che ci viene incontro, che ci trasforma: la vita è un’avventura fragile e grandiosa, in cui l’essere umano continua a farsi ponte tra ciò che muta e ciò che permane, cercatore instancabile di senso nel mistero inesauribile dell’esistenza. È in questa tensione – tra limite e possibilità, tra memoria e immaginazione, tra ombra e luminosità – che egli scopre la sua più autentica vocazione: partecipare, con consapevolezza e stupore, all’intreccio mirabile e vivente del mondo; attraversare la foresta simbolica per cercare il proprio senso, il proprio dono, il proprio nome, la parola che custodisce la propria essenza.

Giorgio Cavallari – Psichiatra, Psicoterapeuta, Direttore Generale ANEB, Direttore Scientifico Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto ANEB e Responsabile Scientifico area editoriale ANEB.

Alessandra Bracci – Laureata in Economia e Psicologia, è Manager presso una multinazionale automotive e vincitrice di premi nazionali ed internazionali nel marketing. Specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Istituto Aneb. Responsabile area editoriale ANEB. Capo Redattore della rivista Materia Prima. Autrice di pubblicazioni in ambito scientifico.

Immagine di copertina: Odilon Redon, Profil sous une arche, collezione privata, 1905