L'ARCHETIPO DEL SÉ E L'ECOBIOPSICOLOGIA di Diego Frigoli
in Ricerca Psicoanalitica
della Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione (SIPRe)
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L’attuale psicoterapia del profondo, con i suoi differenti modelli, si sta confrontando con la turbolenza degli sviluppi delle neuroscienze, con la ricchezza emozionale determinata dalle moderne concezioni del trauma e dell’attaccamento e con l’opportunità di scambi mutuamente fecondi con tutta la gamma delle più recenti acquisizioni della fisica quantistica e della biologia evoluzionistica. Questi importanti mutamenti culturali impongono una sorta di revisione dei modelli di funzionamento psicoterapico perché, nel clima di convergenza che si va designando tra la psicoterapia del profondo, il tema dell’archetipico, le neuroscienze, e più in generale con la fisica quantistica e la biologia evoluzionistica, si stanno gettando le basi di una nuova cornice epistemologica della complessità – l’ecobiopsicologia – nella quale mente, cervello e natura fanno parte di un campo in-formativo originato dal campo Akashico. Oggi questa esigenza sistemico-complessa è sentita come una necessità che ci offre la visione di un mondo sempre meno topografico e sempre più olografico. In questa prospettiva i costrutti tradizionali quali l’inconscio, l’empatia, la somatizzazione, il conflitto, l’alexitimia ed altri dovrebbero essere integrati, tramite il simbolo e l’analogia vitale, con i concetti di cognizione, di archetipo, di immaginario, di in-formazione, affinché la psicoterapia non si limiti ad esplorare il complesso dell’Io ma aspiri a focalizzarsi sugli stati dissociati del Sé, recuperando così una visione più integrale del disagio del paziente.