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Il Telaio incantato della Creazione

Il Telaio incantato della Creazione
Diego Frigoli

a cura di Dr.ssa Lucia Carluccio*

“Il telaio incantato”, l’ultima opera di Diego Frigoli, psichiatra e psicoterapeuta, direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia “Istituto Aneb” e Presidente dell’Associazione Nazionale di Ecobiopsicologia, mette insieme tutti i “fili” raccolti nella ricerca dell’autore, durata una vita intera. Tutto ciò avviene in un processo di “tessitura” meticolosa e attenta che non rinuncia all’incanto e alla meraviglia, partendo “dalla particella elementare” fino a giungere “all’alchimia dell’anima”. Il telaio incantato produce un “tessuto” in cui vengono intrecciati i fili della rete della vita che lega ogni uomo alla natura e all’intero universo. Un simile prezioso tessuto, noi lettori siamo fortunati di accarezzare grazie alla lettura delle pagine di questo libro.
Esso è diviso principalmente in due parti. Nella prima descrive le scoperte della scienza fondata sul metodo sperimentale e sulla misurazione in termini funzionali fino ad arrivare all’informazione intesa non come paradigma della realtà insieme alla materia e all’energia, ma con la funzione, invece, di esprimere le relazioni sincroniche tra le cose dell’universo dando forma alla coscienza dell’uomo; nella seconda parte del libro, infatti, l’autore mette al centro un Grande Sogno Personale che non viene considerato soltanto luogo di immagini psichiche, bensì esperienza che porta lì dove il tempo non esiste, nello “stato nascente della mente” raggiunto grazie all’immaginario che vive in realtà in ogni uomo e nella natura, nelle segrete armonie indagate grazie alle spontanee corrispondenze illogiche e istintive. E così, comprendendo il viaggio narrato da Frigoli, capiamo l’importanza dell’istinto che, come un fiume, non s’arresta e porta, naturalmente, alla sfera dell’estasi e dell’essere.
La psicologia, che integra il linguaggio delle scienze con quello delle scienze umanistiche, permette una nuova cultura che spezza la ragnatela della ragione e s’immerge nell’emozione poetica. Frigoli cita molti autori e permette al lettore di aprirsi a diverse idee e raggiungere così nuove prospettive: siamo noi stessi a produrre le forme che percepiamo entrando in risonanza con gli ologrammi presenti nelle forme del mondo costruite sulla base delle leggi archetipiche. L’uomo può accedere alla conoscenza delle forze archetipiche attraverso la “lettura” delle proprietà analogiche presenti nella struttura delle cose.
Più si va avanti nella lettura, più l’uomo e il pianeta in cui vive è inserito in una “prospettiva cosmica”: la materia biologica è legata all’”Intelligenza Ordinatrice” che genera le forme sensibili.
La coscienza è indagata anche secondo le diverse scuole di studio, da quella “neuroriduzionista” al pensiero di Roger Penrose, assai lontano dalla fisica classica e le neuroscienze, fino a Stuart Hameroff: la coscienza è un processo al confine tra mondo quantistico e fisica classica e non può essere descritta da alcun algoritmo, ma attraverso una logica che possa tener conto dei diversi livelli in-formativi grazie a un approccio che affronti il fenomeno della sincronicità tra i diversi mondi.
Nella parte centrale del libro, attraversando le varie posizioni, ci si sofferma sull’ipotesi ecobiopsicologica che  riesce ad assimilare la materia alla mente universale. Mente e materia connesse al grembo cosmico dal quale provengono e la mente collegata a tutto il resto grazie alla sottile interazione con il vuoto quantistico del Campo-A. L’uomo, spiega Frigoli, può trovare gli invisibili vincoli attraverso l’esperienza simbolica che recupera il legame con l’invisibile e l’interpretazione ecobiopsicologica unisce l’osservazione all’immaginazione studiando i simboli attraverso quattro livelli.
Si giunge all’idea che il mondo empirico è una proiezione del mondo quantistico che esiste quando la coscienza dell’osservatore lo seleziona tra i mondo possibili.
L’Ecobiopsicologia sviluppa una scienza del comportamento umano più efficace in quanto trova un confronto più stretto tra psicologia del profondo, biologia evoluzionistica e fisica quantistica. È evidente che grazie allo studio delle analogie vitali, si ritrova la coerenza in-formativa dei legami tra le forme della natura, il corpo dell’uomo e le immagini della mente.
Lo spettro della coscienza viene paragonato allo spettro della luce: l’ecobiopsicologia crea un campo psichico sospeso tra il mondo infrarosso e il mondo ultravioletto ed è il mondo dell’immaginale.
Le due parti del libro sono a loro volta suddivise in capitoli: la prima ne contiene ventitre e la seconda dieci. La complessità degli argomenti è presentata attraverso un linguaggio ricercato, ma al tempo stesso semplice e armonioso, che spiega, svela, dimostra e talvolta accenna, come a voler portare il lettore a liberi movimenti interiori che potrebbero condurre all’intuizione, alla chiara rivelazione.
L’autore esamina a posteriori la sua esistenza, le sue ricerche, le sue conclusioni; ci rende partecipi e ci avvolge in una trama ricca e abbondante, come se anche noi fossimo fili di quel tessuto che, in modo “incantato”, viene creato magicamente attraverso ogni pagina. I concetti, fino alla fine, sono esposti e svelati, come le forme della vita che, dopo la lettura del libro, possiamo cogliere nel loro autentico significato grazie alle analogie e ai simboli: la scoperta delle connessioni tra gli istinti delle forme naturali (infrarosso) e le immagini psichiche dell’uomo (ultravioletto) permette una trasformazione della coscienza, la scoperta di un campo immaginario con al centro il dialogo con il Sé.
La prima persona usata dall’autore, nel racconto della propria esperienza interiore, accresce l’impressione di immediatezza e di verità e permette un atto di vicinanza e solidarietà nei confronti del lettore.
Senza veli, la delicatezza delle sensazioni e la chiarezza delle conclusioni ci mostrano il grande ricamo della materia sottile che ha fabbricato le forme finite delle cose. E allora, davvero noi, con il nostro corpo e le idee che abbiamo e le intuizioni e il mondo tutto, possiamo sentirci frutto di un telaio incantato sempre in funzione mosso da un Dio che come Frigoli scrive, non è lontano, ma proprio dentro di noi.

Sinossi
Questo libro è un “arpeggio sulle corde” della Scienza e dell’Immaginario, della Natura e della Cultura, con un’esplorazione passionale delle reti della trama della Vita così come appaiono dagli studi più recenti delle neuroscienze a confronto con la magia degli archetipi. Lo scienziato, lo psicoanalista e l’alchimista hanno lo stesso ruolo: mostrano a chi vuole “vedere” ciò che altrimenti rimarrebbe invisibile. Anche se nell’epoca contemporanea lo spazio per la ricerca della pratica dell’immaginario e del simbolo sembra farsi più ristretta, il ritorno all’origine della nostra cultura, quando Dioniso ed Apollo avevano cittadinanza sulla Terra, viene recuperato in quest’opera, sfidando il lettore a capovolgere le idee più consuete per trovare nuove prospettive e nuove angolazioni sull’evoluzione da cui “leggere” l’Anima del Mondo. Lo sforzo dell’Autore è di collegare l’esperienza del Logos con la pratica sottile del Nous, affinché si renda nuovamente percepibile, grazie agli strumenti del simbolo e dell’analogia, quale mondo ineffabile degli archetipi che sta dentro il mondo stesso. Simbolo ed analogia annullano le differenze e consentono alla scienza e alla magia di convergere in un florilegio di immagini scaturite dal nostro inconscio e in grado di infiammare l’inaudito del Sé.

*Dr.ssa Lucia Carluccio - Laureata in lettere moderne con Laurea Specialistica in Linguistica è docente di Lettere e autrice di varie pubblicazioni fra le quali si ricorda il romanzo “Il Cigno e la Ballerina” vincitore della seconda edizione del Premio Letterario Internazionale Dario Abate Editore e la raccolta di poesie “Nitida dallo spessore del cielo” Bertoni Editore.